Come avevamo anticipato nel precedente post, questa settimana la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha riavviato la discussione su tre disegni di legge, due di maggioranza, uno di opposizione, volti a introdurre nuove “Disposizioni in materia di Guardie Giurate”.
A valle di interlocuzioni informali che ASSIV ha avuto prima dell’estate, la Commissione era sembrata orientata ad adottare come testo base il DDL n. 902 Balboni (presidente di Commissione di Fratelli d’Italia), orientamento che tuttavia in quelle settimane non si era concretizzato in quanto nelle successive sedute non era stata trovata la quadra.
Nella seduta dello scorso martedì pomeriggio, infine – seppur con il voto di astensione del Partito Democratico – la Commissione ha confermato la scelta del DDL n. 902 quale testo base per il prosieguo della discussione.
Ribadiamo il sincero apprezzamento di ASSIV per il fatto che il Parlamento sta dimostrando attenzione alle problematiche del settore della vigilanza privata, ma cogliamo l’occasione per tornare ad evidenziare come i disegni di legge in oggetto contengono certamente misure apprezzabili ma al contempo anche criticità sulle quali è bene tornare a soffermarsi, con l’obiettivo di fornire ogni utile spunto al legislatore affinché possa essere migliorata l’impostazione complessiva della norma in adozione.
Ricordiamo che il DDL n. 902 Balboni istituisce due albi presso il Ministero dell’Interno: uno per le GPG e uno per gli aspiranti. Misura che può essere pienamente condivisa, purché ad occuparsene non siano le prefetture. E questo non per una preconcetta avversione nei confronti delle stesse, il cui lavoro al contrario apprezziamo grandemente, quanto piuttosto perché già afflitte da cronica carenza di personale a fronte di molteplici competenze, con il rischio non affatto teorico che la misura introdotta possa non essere adeguatamente implementata. L’esperienza passata consiglierebbe una scelta diversa da parte del legislatore.
Non è superfluo, in questa sede, ricordare come l’Albo delle Gpg sia già stato istituito qualche anno fa, la cui gestione da parte delle Prefetture oggi riscontra tempistiche per rinnovi e trasferimenti di gpg che richiedono tra i 3 e i 9 mesi, tempistiche assolutamente confliggenti con le oggettive necessità dei servizi svolti dagli Istituti di Vigilanza. In una siffatta situazione, un secondo albo non potrebbe che aggravare la situazione. Dunque – in fase di conversione del DDL – si potrebbe cogliere l’occasione del riordino della normativa per modificare alcune disposizioni consentendo l’accesso all’albo anche agli imprenditori per farne un valido strumento per l’incontro di domanda e offerta di lavoro. Si tratterebbe di una razionalizzazione del sistema a tutto vantaggio dell’Amministrazione e degli operatori, e della loro capacità di rispondere efficacemente alle richieste del mercato.
Altro aspetto critico del DDL Balboni è rappresentato dalla previsione di una sanzione per chi utilizza gli operatori disarmati (fiduciari) al posto delle GPG. ASSIV ha ripetutamente sottolineato, in tutte le sedi istituzionali, come tale pratica costituisca una distorsione, ma imputare tale responsabilità (e la connessa sanzione) per inadempienza a carico del solo Istituto di Vigilanza che invia operatori di sicurezza disarmata in luogo delle GPG, è fuorviante e non incide sulla causa, che invece risiede nelle scelte dei clienti che si concretizzano in bandi di gara che non lasciano altra scelta all’IVP. Sarebbe preferibile intervenire a monte, sulla corretta redazione dei bandi di gara, ma se una responsabilità deve essere imputata, quantomeno che sia condivisa tra i due soggetti, con la norma capace di definire il perimetro di tale corresponsabilità.
Un ultimo tema ci preme portare all’attenzione della Commissione: quello del lavoro usurante. Si tratta di una disposizione molto costosa, ma non è questo il punto. La richiesta è che tale previsione venga meglio circoscritta e chiarita, probabilmente a beneficio esclusivo dei lavoratori che svolgono il servizio notturno e con specifici requisiti di anzianità.
Restiamo insomma profondamente convinti della validità intrinseca che risiede nel confronto continuo e virtuoso tra istituzioni e organizzazioni di categoria rappresentanti del comparto, con il comune obiettivo di formulare leggi che, perseguendo l’interesse comune, creino le migliori condizioni possibili per l’operare delle aziende, la tutela dei lavoratori e per rispondere alle esigenze della Pubblica Amministrazione.
Il nostro appello, e la nostra disponibilità, a fornire un fattivo contributo per migliorare la norma, speriamo non cada nel vuoto. Forse superfluo è ribadire il nostro apprezzamento per il lavoro che la Commissione sta svolgendo.