ASSIV: nuovo CCNL e l’indispensabile adeguamento delle tariffe delle gare d’appalto

di Maria Cristina Urbano – 17 Maggio 2024

Ci risiamo! Nonostante quanto accaduto nell’ultimo anno, con il CCNL per la vigilanza privata e i servizi fiduciari fortemente migliorativo siglato a maggio e poi ulteriormente rivisto al rialzo nei mesi successivi, che ha segnato uno sforzo significativo da parte degli Istituti di Vigilanza Privati (IVP) che sono riusciti ad andare incontro a larga parte delle richieste dei sindacati, la Pubblica Amministrazione (PA) sembra non essersi accorta di nulla. O forse peggio, se ne è accorta, ma fa finta di nulla.

Il caso Mose, ASSIV e il nuovo CCNL Vigilanza

Mi riferisco in questo caso al Consorzio Venezia Nuova, la società che controlla il Mose. Consorzio formalmente privato, è vero, ma concessionaria unica del MIT e sotto amministrazione straordinaria dello Stato, per molti anni, e ora gestita da un Commissario liquidatore, che, insomma, di privato ha ben poco. Ebbene il Consorzio Venezia Nuova ha recentemente bandito gare per la sicurezza privata non solo al minor prezzo (cosa esplicitamente vietata da diversi anni dal Codice dei Contratti Pubblici), ma con una base d’asta al di sotto dei minimi contrattuali derivanti dall’Accordo integrativo del 16 febbraio 2024 del CCNL sottoscritto in data 30 maggio 2023. Nonostante il palese errore, implicitamente ammesso dalla risposta pervenuta da parte del Consorzio, un primo escamotage da parte della dirigenza era stato quello di rispondere che la procedura era una richiesta di offerta sotto soglia e non una procedura di gara. E quindi i requisiti erano meno stringenti. Curioso da parte di un’amministrazione straordinaria e liquidatoria che ha la sua ragion d’essere anche nel garantire il pieno rispetto della vigente normativa. A fronte di quanto ribadito loro da ASSIV, ovvero che si trattava di un illegittimo frazionamento di un appalto, in palese contrasto con quanto imposto dal Codice dei Contratti Pubblici, il cui unico fine era procedere con degli affidamenti diretti sotto soglia, aggirando così l’obbligo di indizione di una gara, e evidenziando come una serie di altri problemi rimanessero in piedi, il Consorzio del Mose annullava la gara.

Altri casi e i risultati di ASSIV

Una nuova vittoria dell’Associazione che rappresento quindi, ma dal sapore amaro, perché la sensazione è che si tratti di vittorie vuote, incapaci di rimettere sulla giusta rotta la Pubblica Amministrazione. Nei giorni scorsi, infatti, veniva data notizia dell’annullamento di una gara bandita dall’Ispettorato del lavoro, per motivi simili a quelli summenzionati: una base d’asta al di sotto dei minimi del nuovo CCNL. E moltissimi sarebbero gli esempi di gare, alcune davvero degne di un film di Totò, impugnate da ASSIV e ritirate dalle stazioni appaltanti, che saranno anche colpevoli di costruire bandi di gara indecenti, ma che messe dinanzi ai propri errori mantengono un minimo di decenza.

ASSIV, il nuovo CCNL e l’indispensabile adeguamento delle basi d’asta

Tutto ciò per riscontrare, tristemente, quanto l’ASSIV è andata dicendo da anni a chiunque avesse orecchie per ascoltare: senza un adeguamento delle basi d’asta nelle gare non è possibile pretendere che il comparto possa lontanamente sostenere i costi di servizi di sicurezza sempre più professionalizzati e tecnologici. Considerazione che ha rappresentato anche il principale ostacolo ad un adeguamento salariale che si è fatto attendere per anni e che è stato finalmente riconosciuto ma che sarà una vittoria di Pirro per i sindacati se si rivelerà insostenibile a fronte di appalti inadeguati.

A rischio l’intero comparto Vigilanza Privata

A rischio è l’intero comparto e, senza aziende, niente lavoratori. Per quanto semplice, questo assioma sembra essere difficile da metabolizzare da parte dei sindacati e del Governo. Eppure il quadro normativo esiste e non è interpretabile, le aziende hanno il diritto di partecipare a bandi di gara che non le costringano a mortificare la professionalità e gli investimenti indotti nell’ultimo decennio da un quadro normativo e regolatorio assai stringente. Quadro normativo che ASSIV ha contribuito a redigere, nella convinzione fondata che fosse la premessa di un rilancio di un settore rimasto al palo per decenni. Ma questo è il Paese delle mezze misure: si fanno le leggi e poi le si applicano male o per nulla, si inserisce la vigilanza privata nel quadro sicurezza Paese e poi le si impedisce di esplicare appieno le sue potenzialità; si tuona contro il lavoro povero e poi è la stessa Pubblica Amministrazione a mettere a gara remunerazioni vergognose. Ed è sempre l’imprenditore, con le sue capacità, a dover trovare un punto di equilibrio sempre più difficile da conseguire. E sono sempre i lavoratori a pagare il prezzo più alto. Ho paura ad immaginare dove tutto ciò ci condurrà, e intanto chi può intervenire è sempre preso da altre urgenze. Ma il Paese lo si salva tutto insieme, o non lo si salva.

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