Da sempre, leggo con grande interesse l’opinione di Bastiancontrario su “Vigilanza Privata on line”. Stavolta lo stiletto dell’autore ha infilzato le tabelle del costo del lavoro della vigilanza privata, emanate con Decreto del Ministero del Lavoro l’8 agosto u.s., proprio sul filo della chiusura agostana di tutti le stanze del potere. Bastiancontrario ne sostiene l’inutilità, ricordando quanto accaduto negli ultimi dieci anni: mercato di riferimento sempre più povero a causa di una scellerata politica dei prezzi al ribasso, abbracciata con entusiasmo da una committenza interessata solo al risparmio e cita l’ultima tabella, quella del 2016, cha a nulla (o quasi) è servita, poiché arrivata il 21 marzo del 2016, a tre anni esatti dalla stipula del CCNL del 2013, cioè praticamente a fine contratto. Nessuna delle parti sociali interessate, quella volta, si diede da fare per sollecitare il Ministero del Lavoro, ed il tavolo di concertazione datori-sindacati si protrasse pigramente per trentasei mesi, prima di esprimere una tabella condivisa da sottoporre al Ministero.
Il vulnus che riscontrammo con il CCNL del 2013, che nelle dichiarate intenzioni avrebbe dovuto essere il “contratto di emersione” capace di normare i rapporti di lavoro di una vasta zona grigi, come allora si chiamava l’insieme dei servizi di guardiania/portierato, è che esso rappresentò l’occasione per espandere in maniera tumultuosa, grazie a costi bassissimi, quel settore ribattezzato dei “servizi fiduciari”. La storia è nota. I segnali di pericolo che alcuni di noi evidenziarono in incontri privati e riservati, nonché in interventi pubblici, sono stati tutti sottovalutati, e siamo così arrivati ad un doppio rinnovo contrattuale estremamente costoso che il mercato fatica a digerire.
Non posso quindi che dare pienamente ragione a Bastiancontrario per quanto sottolinea a proposito del passato, ho tuttavia l’audacia di pensare che le nuove tabelle del costo del medio del lavoro, elaborate dalle parti sociali in tempi brevi e velocemente recepite dal Ministero, saranno utilizzate, anzi invocate nelle gare di appalto. Non è detto che non si possa mai imparare dagli sbagli del passato! Pena un mercato che rischia di esplodere o – peggio – implodere su sé stesso.
L’ultima parte dell’articolo di Bastiancontrario, dove si invoca la responsabilità di tutti i soggetti istituzionali affinchè le regole siano correttamente applicate e diligentemente rispettate, è pienamente condivisibile, seppur tautologica. Ma repetita iuvant!
Noi, come ASSIV, siamo a disposizione delle istituzioni e siamo pronti a contribuire con proposte, dati, e la profonda conoscenza del settore, acquisita negli anni e nei diversi ambiti operativi.
Maria Cristina Urbano (Presidente di ASSIV)
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