Maria Cristina Urbano, Presidente di ASSIV, è ospite all’evento organizzato da Corpo Vigili Giurati in occasione della celebrazione del centenario dell’azienda (1925-2025). Un appuntamento istituzionale e culturale, occasione per riflettere sulle prospettive del settore della sicurezza privata.
Un comparto che negli ultimi anni non ha conosciuto flessioni. Anzi, presenta un trend positivo in tutte e due i suoi settori: circa 55.000 gli addetti della sicurezza armata e oltre 100.000 quelli della sicurezza disarmata, per un volume di affari di circa 4 miliardi di euro nel 2024. Il valore degli appalti pubblici aggiudicati nel 2024 è di circa 519 milioni di euro. Un settore importante, all’interno del macro settore dei servizi caratterizzati dal lavoro.
Durante il suo intervento, Maria Cristina Urbano passa in rassegna i problemi del settore: una normativa di riferimento che per alcuni aspetti è ormai superata, procedimenti amministrativi troppo lunghi per i tempi aziendali (decretazione delle GPG, rinnovi licenze, certificazione delle competenze per i servizi speciali), l’esiguità dei margini operativi che derivano dagli affidamenti di gara.
“È molto difficile parlare di adeguamento dei salari” spiega la Presidente “se per prima la PA non riconosce l’aumento salariale intervenuto. Ritengo che sia la PA per prima che debba tenere un comportamento etico sul mercato, garantendo l’equilibrio contrattuale per tutta la durata dell’esecuzione della gara eventualmente tenendo sotto controllo la spesa pubblica con meccanismi di recupero sui ribassi ed una più attenta progettazione dei servizi richiesti.”
E poi la sfida verso il futuro: l’integrazione uomo-tecnologia che amplificherà l’efficacia e l’efficienza dei servizi, ma darà anche la possibilità di ampliare il perimetro di intervento, integrando servizi di security con quelli di safety. Secondo Maria Cristina Urbano, però, questo richiede una nuova cornice normativa, che renda effettiva e legittima l’integrazione pubblico-privato, e un grande lavoro sulle risorse umane che dovranno acquisire competenze e conoscenze adeguate a questi nuovi scenari, per aumentare il valore della prestazione offerta e non far indietreggiare i livelli occupazionali.